Energia, urlo disperato delle imprese del Mezzogiorno A rischio il sistema Paese, il governo intervenga subito

Energia, urlo disperato delle imprese del Mezzogiorno
A rischio il sistema Paese, il governo intervenga subito

PALERMO, 01 SETTEMBRE 20022 – Il Meridione non può reggere l’onda d’urto dei rincari energetici, qui rischia di saltare l’intero sistema sociale. Famiglie e imprese. Gli imprenditori del Sud rilanciano l’eco dell’urlo di dolore partito ieri dalle imprese del Nord. Lo fanno dalla voce di Alessandro Albanese, presidente di Confindustria Sicilia, che parla a nome di tutte le 8 Confindustrie regionali del Mezzogiorno d’Italia, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia.
“Le imprese del Mezzogiorno finora hanno resistito, eroiche, erodendo i propri margini. Ma i rincari incontrollabili dei costi dell’energia, del gas, del carburante, l’ennesima tempesta insomma sarà il colpo di grazia.
Andiamo incontro a tempi drammatici e le imprese non possono restare sole. Urge un intervento netto, convinto e drastico del governo, altrimenti salterà un intero sistema sociale nazionale, che già comincia a sgretolarsi. Ogni giorno che passa sempre più imprenditori sono costretti a interrompere la produzione perché schiacciati dagli extracosti energetici. E per ogni impresa che si ferma, una filiera si indebolisce. È raddoppiato il ricorso alla Cassa Integrazione. E se finora i rincari hanno colpito le imprese, adesso la spinta inflattiva piegherà violentemente i prezzi al consumo.
Non c’è più spazio per studiare alternative, non c’è più tempo da aspettare.
Subito i provvedimenti necessari: urge fermare la corsa dei prezzi di gas ed energia elettrica. Urge il price cap, il tetto al prezzo del gas.
Albanese – in linea con le proposte del presidente di Confindustria Carlo Bonomi sollecita il tema della necessità di mettere in sicurezza il nostro Paese e mantenere l’industria competitiva: «Vanno sbloccate le pratiche ferme sui nuovi impianti di rinnovabili. Va sganciato il prezzo dell’elettricità da quello del gas, perché il 60% dell’elettricità non è prodotta da gas. Terzo, dobbiamo dedicare una quota della produzione nazionale da rinnovabili alla manifattura e a prezzi amministrati dallo Stato
Misure urgenti, che non possono aspettare i ritmi della campagna elettorale e più in generale della politica.
Ogni risorsa e ogni attenzione deve essere destinata prioritariamente a questa emergenza.

CONFINDUSTRIA SICILIA
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